sabato 15 gennaio 2011

Maldive: Il paradiso riflesso Novembre 2006

Tra le innumerevoli isole di tutti i tropici del mondo, sono le Maldive le più desiderate ,le più evocate, le isole che tutti vorrebbero vedere , o quelle dove inevitabilmente si ritorna.


La ragione è unica e nasce dalla loro semplicità paradigmatica e assoluta.
L’entità di un isola ha sempre attratto l’animo dell’uomo e le Maldive ne incarnano la forma più essenziale, più pura, più spettacolare; ancora oggi dopo che da trent’anni il turismo le ha scoperte eleggendole icona dell’esotico perfetto.
Ma chi le conosce davvero? Ancora non si sa quante siano esattamente.
Nella loro effimera e provvisoria morfologia le isole maldiviane continuano inesorabilmente a sfuggire ad un calcolo preciso e definitivo.

Le Carte nautiche inglesi parlano di 1100 isole, le guide di 1900, ma nessuno ha mai potuto contarle una ad una.
Perché questo arcipelago è un sistema vivo, un essere vivente,un territorio anfibio dove lagune, barriere di corallo e isole di sabbia sono in costante continuo mutamento e trasformazione.

Rigenerate dopo il fenomeno di sbiancamento del corallo avvenuto in seguito al Nino che nel 98 ha causato l’innalzamento della temperatura del mare di 5 gradi, rigenerate dopo lo Tsunami del 2004, che gettò un ombra nella reputazione paradisiaca dell’arcipelago, tornando ora al primo posto nell’immaginario collettivo.

Formazione delle Maldive

Gli atolli delle Maldive si formano in seguito all’affondamento di una catena montuosa vulcanica, le scogliere che costituiscono il contorno dell’atollo è ciò che resta di quelle origini.
Le Maldive sono formate da 28 atolli ciascuno dei quali contempla decine di isole e reef, su una lunghezza totale di quasi 900 Km.
Gli atolli poggiano su un comune altipiano sommerso e sono separati tra loro da profondi canali oceanici ( Kandu ).
La loro conformazione prevede una cintura esterna costituita da una scogliera corallina interrotta da un numero variabile di pass, e da isole la cui sabbia si è formata in seguito all’erosione dei coralli e al successivo spostamento attivato dalle forti correnti.
L’interno dell’atollo è la laguna, che a sua volta e tempestata da isole, banchi di sabbia e secche di corallo.
Nell’area globale degli atolli maldiviani , le terre emerse equivalgono ad appena lo 0,03% dell’intera superficie: un mondo d’acqua
Il fenomeno fu per la prima volta studiato da Charles Darwin nel corso delle sue esplorazioni oceaniche avventure tra il 1831 e il 1836 a bordo del veliero Bearle.
La sua teoria dimostra che i coni di antichi vulcani sommersi sono stati colonizzati dai coralli formando così le barriere coralline.
La crescita costante del corallo che sostituisce naturalmente le vecchie madrepore, innalza i bordi dell’atollo e forma in una incessante evoluzione nuove scogliere e nuove isole.
Una peculiarità geologica a cui si aggiunge l’alternarsi di due monsoni annuali, che interferiscono in modo sostanziale nel flusso delle correnti marine, che sono responsabili non solo della particolare ossigenazione del mare, ma anche dell’eccezionale concentrazione di pesce.
Il Passaggio d’acqua e di microrganismi consente uno straordinario sviluppo biologico di tutte le forme di vita: il PARADISO eletto di noi sub di tutto il mondo.


Bene mi faceva piacere precedere il mio racconto personale con un po’ di storia di questo paradiso. Appena arrivati dopo 11 ore di volo e 2 di aliscafo raggiungiamo il Resort club Alimatha

Ebbene appena arrivati, il tempo di lasciare le valige, e via al diving per le formalita di scarico di responsabilità ecc. ecc
La mattina dopo, pronti via rimango addormentato, e arrivo a ora bruciata bene mi sono subito fatto riconoscere.
Ho fatto subito conoscenza con dei matti come me tanto per dire 5 gg 13 immersioni non male le guide Ali Sharif e la Mitica Denise erano ormai stremati

Bene appena entrati in acqua ci siamo trovati come nel set di un documentario .
Già in un metro di fondale i giardini di corallo si lasciano esplorare sono il risultato di un lavoro millenario compiuto da miriadi di minuscoli polipi che hanno assorbito dal mare sali minerali ed in particolare carbonato di calcio, depositandoli, granello dopo granello fino a formare uno scheletro calcareo.
Il Corallo fiorisce così in stupefacenti forme e colorazioni, creando l’habitat per innumerevoli specie di pesci e molluschi.

Ogni volta e non solo la prima volta,l’impatto con il mondo sottomarino è stupefacente oltre il cristallo delle nostre maschere sfilano a centinaia i pesci policromi del reef che si lasciano fotografare indifferenti tra le fessure e i labirinti di madrepore.


Il Manto cromatico più accattivante è quello del pesce chirurgo,( Acanthurus sohal ), un’esplosione di gialli e blu elettrici che deve il suo nome ad una sorta di bisturi affilatissimo che tiene ripiegato nella coda e che sfodera solo in caso di aggressione.

Straordinaria è l’operosità del pesce pappagallo ( Cetoscarus bicolor ), il quale, fornito di un becco resistente, rumina corallo che poi espelle sotto forma di sabbia impalpabile, questa sabbia soffice che riveste i fondali degli atolli.
Trà gli sciami vibranti e lucenti di piccoli pesci che nuotano sincronizzati e ricordano il volo in gruppo di stormi, s’intrufolano i sottili pesci farfalla ( Chaetodon falcala), gli eleganti pesci angelo ( Pygoplites diacanthus ) maculati di nero e giallo e i grugnitori orientali
( Plectorhynchus orientalis ) coperti interamente di un manto a strisce bianche e nere.
Nell’affollato giardino di gorgonie e madrepore è facilmente visibile la fascinosa Tridacna detta volgarmente “ acquasantiera “ , la conchiglia più grande del mondo, il diametro può raggiungere il metro di ampiezza.
Ovviamente è proibita la raccolta di qualsiasi mollusco e corallo, nonché la pesca subacquea all’interno degli atolli.
Nei bassi fondali in prossimità della riva sono sempre frequenti gli incontri con le tartarughe, soprattutto dopo che 10 anni fa il governo maldiviano ne ha vietato la cattura i due tipi presenti alle Maldive, la Chelonia Mydas e la Caretta Caretta, depongono le uova a primavera approdando in gran numero sulle spiagge di isole deserte.
Non vi sono veri pericoli per l’uomo nel mare delle Maldive, ad ecezzione del pesce pietra ( Synanceia verrucosa ) che dotato di aculei dorsali velenosissimi, staziona immobile sui fondali corallini mimetizzandosi e rendendosi praticamente invisibile.
Neppure gli squali rappresentano un’insidia per noi subacquei e per i nuotatori: ve ne sono di varie specie, quasi tutte di barriera e per lo più ignorano la presenza in acqua di noi sub.
Si concentrano in gran numero nelle pass degli atolli, i canali che mettono in comunicazione la laguna con l’oceano.

La corrente di entrata o di uscita delle pass trasporta enormi quantità di placton e richiama i predatori, le grandi ed elegantissime mante , “dove io ho preso 14 min di deco perché ero troppo affascinato, da questa danza lussureggiante, di queste 6 mante che ci circondavano” , e con un po’ di fortuna l’inoffensivo squalo balena che può raggiungere i 18 metri di lunghezza.
Che dire un Vis a Vis indimenticabile: l’incontro più eclatante tra l’uomo e la grandiosità sconosciuta dell’ Oceano Indiano.

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